Matematica inclusiva: strategie per renderla accessibile e meno “spaventosa”
La matematica è una delle discipline che più mette alla prova la sicurezza dei bambini. Molti la vivono con fatica, ansia o scoraggiamento, spesso ben prima che emergano reali difficoltà. Eppure, la matematica non nasce sui libri né sui quaderni: nasce nella vita quotidiana, nei gesti che i bambini compiono spontaneamente sin dai primi anni di vita.
Contare, confrontare quantità, riconoscere forme, prevedere conseguenze, ordinare eventi: la matematica è ovunque.
Quando un bambino sviluppa sfiducia verso la matematica, spesso non è la disciplina ad essere “difficile”, ma il modo in cui gli è stata presentata: troppo astratta, troppo veloce, troppo distante dal suo mondo concreto.
La didattica inclusiva non ha lo scopo di “semplificare”, ma di rendere la matematica visibile, manipolabile, significativa e alla portata di tutti.
Perché molti bambini vivono la matematica con ansia?
Le ragioni possono essere sia emotive che didattiche:
- Troppa astrazione precoce: se si parte dal numero scritto, prima della quantità reale, la matematica appare come un codice misterioso.
- Paura dell’errore: viene spesso percepito come qualcosa da evitare, non come parte naturale del processo.
- Tempi troppo rapidi: alcuni bambini hanno bisogno di più tempo per consolidare automatismi di base.
- Poca connessione con il vissuto: se non se ne vede il senso, si percepisce come inutile.
Riconoscere queste dinamiche permette di costruire un approccio più efficace e sereno.
Didattica inclusiva: un approccio che vale per tutti
Una didattica inclusiva non è una didattica “speciale”, ma una didattica che riconosce la diversità degli stili di apprendimento.
Significa:
- Partire dal concreto, non dal simbolico
- Usare manipolazione, movimento, immagini
- Accogliere l’errore come parte naturale del processo
- Sostenere l’autonomia senza lasciare soli i bambini
Quando il bambino vede, tocca, scopre → capisce.
E quando capisce → si sente capace.
Strategie operative (a scuola e a casa)
Prima di tutto, una premessa: la matematica può (e deve) essere vissuta come gioco, scoperta, dialogo.
Queste attività si possono inserire facilmente nella quotidianità, senza trasformarle in “compiti”.
Prima il mondo, poi il numero
Il numero è la rappresentazione di una quantità.
Prima di scriverlo, il bambino ha bisogno di incontrarlo nella realtà: toccare, raggruppare, distribuire, confrontare oggetti reali (tappi, bottoni, mattoncini, conchiglie).
Perché quando la matematica passa dalle mani, passa anche nella mente.
Il potere delle rappresentazioni visive
Il cervello memorizza schemi, non cifre isolate.
Linee dei numeri, tabelle colorate e schemi visivi creano un ponte tra il concreto e l’astratto.
L’errore come finestra sul ragionamento
L’errore non è fallimento: è informazione.
Chiedere:
“Cosa stavi pensando mentre risolvevi?”
trasforma l’errore in dialogo, consapevolezza e crescita.
Imparare giocando
Il gioco permette la ripetizione senza stress:
- Domino delle quantità
- Memory numerico
- Dadi per costruire operazioni
- Cacce ai numeri in casa o a scuola
- Percorsi sul pavimento
La matematica è movimento, ritmo, relazione.
Stabilità → Ripetizione → Automatizzazione
5 minuti al giorno valgono più di 1 ora alla settimana.
È la costanza dolce, non la quantità, a consolidare la sicurezza.
Un esempio concreto: la collana Diamo i numeri
La collana Diamo i numeri (Edizioni Dorotea) nasce proprio da queste premesse:
- Attività concrete e visuali
- Progressione graduale
- Esempi guidati prima degli esercizi
- Grafica leggibile e non sovraccarica
- Linguaggio semplice e accessibile
Non sostituisce la didattica: la sostiene, offrendo strumenti chiari, immediati e inclusivi.
Conclusione
Rendere la matematica accessibile non significa semplificarla, ma restituirla al bambino nella sua forma più autentica: concreta, viva, quotidiana.
Ogni bambino può incontrarla con serenità, se ha la possibilità di toccarla, esplorarla e capirla attraverso l’esperienza.
La matematica può essere una lingua che racconta il mondo, se gliene permettiamo l’accesso.
Mini-bibliografia
Stella, G. & Savelli, E. (2011). La discalculia evolutiva. Erickson.
Lucangeli, D. (2020). Capire la mente matematica del bambino. Giunti EDU.
Bartolini Bussi, M. (2018). Il laboratorio di matematica. Costruire conoscenze, valorizzare le diversità. Erickson.
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